Libri da amare · Senza categoria

Paradiso Perduto

Cari lettori…

sono seduta alla scrivania e, accanto a me, ho il primo libro della saga dei “Cazalet” (edito da Fazi Editore) che mi guarda chiedendosi: e di me quando ne parli? Bene, è giunto il momento. Non sarà una passeggiata ma vorrei che anche voi conosceste questa famiglia che sembra approdata fino a noi dal Victorian Age.

E’ il momento de “Gli anni della leggerezza” di Elizabeth Jane Howard, scrittrice che ho amato per lo stile scorrevole e molto piacevole.

Inizierei con il dire che, nonostante le sue seicento e più pagine, questo romanzo non vi rimarrà “sullo stomaco”. Si legge bene, velocemente e non stanca. Unica pecca? Ho trovato che alcuni momenti fossero un po’ monotoni ma la scrittrice si riprende subito, per fortuna. La parte che ho preferito è quella finale dove si racconta l’avvento della seconda guerra mondiale e le sensazioni di ognuno dei personaggi nei riguardi di questa. Chi aveva già vissuto la prima guerra mondiale, era pronto a tutto ma ancora più spaventato, per il ricordo di momenti molto difficili.

Come ho già specificato, questo libro fa parte di una saga famigliare, è il primo di ben cinque tomi, tre dei quali già pubblicati. Il quarto uscirà tra pochi giorni ed il quinto entro la fine dell’anno. Io non mi farò scappare nessuno di questi libri, belli, non solo per la storia, ma anche per le loro copertine (cosa che Fazi azzecca un po’ troppo spesso ultimamente).

La storia è ambientata, come ho gia accennato, durante l’avvento della seconda guerra mondiale, verso la fine degli anni trenta. Il romanzo è diviso in due parti ed il salto temporale tra le due è di circa un anno. La storia segue una linea cronologica abbastanza precisa e non è difficile starle dietro. Probabilmente, la cosa più ardua per il lettore è ricordarsi il nome di ogni personaggio e ricollegarlo al suo ruolo. Per questo, però, ci viene in aiuto la Howard che delinea uno schematico “albero genealogico” della famiglia per non lasciarci confondere dal numero ingente di personaggi.

La storia non si può condensare in un breve riassunto, non solo perchè è una cosa che non sopporto fare, ma perchè ci troviamo davanti ad un racconto di quotidinianità. Semplicemente, potrei dire che questo libro racconta la vita di una famiglia giorno dopo giorno ed è proprio questo che lo rende così intimo. Credere di essere davvero con loro, tra le mura della casa di vacanza, sulla spiaggia o a Londra è la cosa più spontanea e normale che chiunque possa provare.

La Howard ci racconta una storia di altri tempi fatta di gesti e abitudini lontani dalla nostra normalità, dal modo di parlare al modo di fare di ogni personaggio. Sono rimasta stupefatta dalla maniera in cui la scrittrice riesce a caratterizzare i personaggi, ogni tanto ho avuto il dubbio di averli conosciuti davvero. Intraprendere questo percorso con ognuno di loro significa scoprirli in tutto e per tutto, è anche per questo che non voglio perdermi i prossimi libri della saga.

Ho voluto ragionare un po’ sul titolo e chiedermi, alla fine della lettura, il perchè della scelta della Howard. Ho pensato ad una sorta di nostalgia della leggerezza degli anni infantili, molto profonda, che si insinua tra le parole di questa storia. Il mondo dei bambini è rappresentato con purezza, come una sorta di “paradiso perduto” che si scontra con il mondo macchiato dalla guerra e dalla cruda realtà degli adulti.

La lentezza che ogni tanto pervade il romanzo, è apprezzabile davvero solo alla fine. Ci fa capire che l’arrivo di anni difficili è vicino e che quei momenti sono una sorta di “attesa statica”, come una rincorsa fino alla Grande Guerra.

Che dire? Non posso che consigliarvi questa lettura, io non me ne sono pentita. Aspetto i vostri pareri e vi auguro una buonissima giornata 🙂

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